L’origine del Vaucluse secondo un’antica leggenda

Premessa. Nella maggior parte degli scritti italiani – dai romanzi alle guide turistiche, passando per le diverse traduzioni – la parola francese Vaucluse viene sempre accompagnata dall’articolo femminile: la Vaucluse.

Personalmente, andando controcorrente e rompendo lo schema classico, nei miei post, e nei miei articoli e libri ho preferito e preferisco utilizzare l’articolo maschile: il Vaucluse.

Perché questa scelta? Semplicemente per due ragioni:

da un lato, perché mi rifaccio alla lingua francese in cui Vaucluse è sempre indicato con, appunto, l’articolo maschile “le“, quindi le Vaucluse; e perché con Vaucluse ci si riferisce a un dipartimento della Francia;

dall’altro, perché a mio avviso suona meglio dire le Vaucluse e non la Vaucluse.

Ufficialmente e generalmente, si utilizza in italiano l’articolo femminile “la” poiché Vaucluse viene tradotto come “Vallechiusa” o “Valchiusa”.

Non me ne vogliano male i puristi della lingua italiana se continuerò, anche qui, a utilizzare davanti a Vaucluse l’articolo maschile.

E dopo questa doverosa/bizzarra Premessa, eccoci al tema di questo nuovo Post:

L’origine del Vaucluse secondo un’antica leggenda

Per raccontarla, mi rifaccio a un breve estratto dal libro “Viaggio in Provenza e Occitania. Tra storia, misteri, borghi antichi e lavanda” di Gianni Turrin, un po’ taccuino di viaggio, quella di un po’ libro di storia, e un po’ diario personale.

Si legge in “Viaggio in Provenza e Occitania“:

Il Vaucluse è il più piccolo Dipartimento della Provenza.

Si dice che un tempo i Trovatori narravano questa storia:

quando il Creatore terminò di dare origine al mondo, proprio nel sud della Francia rimase uno spazio vuoto, senza nome. Allora, sempre il Creatore riunì nelle sue mani tutto ciò che gli era servito per plasmare la Terra: foreste, frutteti, fiori, montagne, acqua, ocre, animali, praticamente tutto ciò che di migliore e buono ci fosse. Quindi sparse quanto aveva messo assieme e disse: “Qui ci sarà il Vaucluse”.

Con questa premessa si può immaginare cosa possa offrire questo angolo nel sud della Francia. È infatti una zona ricca di storia: hanno lasciato le loro tracce Celti, Greci, Romani, Ebrei, Saraceni…

In effetti, il Vaucluse racchiude diversi paesaggi tra loro diversi: dai vari cromatismi delle ocre di Rustrel e Roussillon alle distese verdi dei vigneti, dai profumatissimi filari di lavanda della zona di Sault ai tanti borghi – come Venasque, Lourmarin, Oppède le Vieux (solo per citarne alcuni) – che nascondono tra le loro vie storie di tempi antichi e tanta poesia…

E sempre qui, nel Vaucluse:

Svetta con i suoi 1900 metri di altitudine il Mont Ventoux, vegliando e proteggendo questa zona unica nel suo genere, con i suoi piccoli, caratteristici borghi, ancora ben conservati, dove si respira la storia della Provenza.

[…]

Il Vaucluse è detto “il giardino di Francia”. Un appellativo derivante da svariati elementi: dai colori della natura ai profumi che impregnano l’aria, passando per gli aromi gastronomici che fanno venire l’acquolina in bocca. Non a caso, questo territorio, annovera i maggiori chèf premiati dalla rivista Michelin. Poi il Vaucluse racchiude tra la primavera e l’estate distese fiorite di papaveri, girasoli, lavanda. E ancora, si ammirano le famose ocre di diverse tonalità, come se un pittore le avesse abilmente disegnate nella natura. Da tutto ciò, si comprende il motivo per cui questo variegato territorio viene visitato da migliaia di persone ogni anno e perché tanti pittori lo hanno immortalato sulle loro tele, mentre scrittori e romanzieri nelle loro pagine.

(Estratto da “Viaggio in Provenza e Occitania. Tra storia, misteri, borghi antichi e lavanda“)

A CURA DI Silvia C. Turrin


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