“Dipingere non è un’operazione estetica: è una forma di magia intesa a compiere un’opera di mediazione tra questo mondo estraneo e ostile e noi”. Picasso
Dopo aver fatto tappa a Saint-Tropez, continuiamo il nostro viaggio in Provenza fuori stagione andando sulle tracce di Pablo Picasso, artista geniale che ha innovato non solo il mondo della pittura.


Prima tappa: Antibes
Iniziamo il circuito da Antibes, dove, grazie all’invito del conservatore museale dell’epoca, Romuald Dor de la Souchère, Picasso riuscì a istallarsi, nel 1946, presso il castello Grimaldi (poi diventato sede del Museo intitolato all’artista). Un’ala dell’edificio venne trasformata nel suo personale atelier.
Qui, l’artista spagnolo poté sprigionare la sua creatività. Nell’arco di soli due mesi realizzò oltre 60 opere, tra dipinti e disegni. Fra questi vi sono: La Gioia di vivere, Satiro, Fauno e centauro col tridente, La Donna con ricci di mare, Civetta su una sedia e tre ricci di mare.
Ad Antibes, dunque, vi rimase per pochi mesi. Desiderava rientrare a Parigi.
Nel ’47, Dor de la Souchère riuscì a inaugurare la sala Picasso, posta al primo piano del Castello Grimaldi.
Seconda tappa: Vallauris
Nel 1948 Picasso si trasferì a Vallauris, distante meno di dieci chilometri da Antibes. Famosa per la tradizione vasaia, questa cittadina nel dipartimento delle Alpi Marittime divenne un rifugio creativo per Picasso, dove poté dedicarsi intensamente alla ceramica e alla linoleografia. La visita all’atelier Madoura, fondato da Suzanne Ramié, contribuì notevolmente a nuovi slanci artistici.
Qui possiamo entrare nel “tempio-museo” inneggiante la pace.
Nel 1952, Picasso – presso l’atelier del Fournas – realizzò La Guerra e la pace. Un’opera di notevoli dimensioni custodita presso l’ex priorato dell’Abbazia di Lérins, conosciuto meglio col nome di Castello di Vallauris.

Realizzata utilizzando pannelli di isorel in fibra di legno, quest’opera monumentale riflette il suo impegno nel Movimento per la Pace, per il quale realizzò la famosa Colomba, divenuta famosa in tutto il mondo quale simbolo di armonia tra i popoli.
La Guerra e la Pace nacque a seguito del conflitto in Corea, originatosi dalle dinamiche perverse della Guerra Fredda. Picasso volle lanciare un potente messaggio al mondo: trasformò così l’antico priorato abbandonato in un “Tempio artistico della Pace“.



Guerra e pace rappresenta dopo Guernica (1937) e Massacro in Corea (1951) il suo manifesto contro qualsiasi conflitto. Gli anni Cinquanta sono per Picasso una continuazione del suo impegno artistico sul piano civile. Gli ideali in cui crede lo spingono ad aderire al Partito Comunista francese e a sostenere il Movimento per la Pace. L’opera imponente Guerra e pace è un’altra testimonianza della sua visione “laica” e simbolica di una società non più fondata sulla violenza, né sul principio homo homini lupus.
Terza tappa: Vauvenargues
Dopo la parentesi a Cannes, presso la splendida villa California, Picasso si trasferì nel dipartimento del Bouches-Du-Rhone, per stabilirsi a Vauvenargues, a pochi chilometri da Aix-en-Provence.
Anche lui, come Cézanne, poteva così ammirare la montagna Sainte-Victoire. In questo paesino svetta su un promontorio il Castello acquistato da Picasso nel 1958, che si innamorò del luogo appena lo vide per la prima volta.

L’edificio, suggestivo, non è aperto al pubblico, poiché rimane residenza rigorosamente privata. Solo nel 2009 le sue porte furono eccezionalmente aperte in occasione dell’esposizione Picasso-Cézanne. Nel parco del Castello si trova la tomba del maestro, posta accanto a quella della moglie Jacqueline.
Passaggio a Mougins
Picasso amò un’altra cittadina provenzale, distante da Grasse solo 8 chilometri, Mougins, da cui si ammira uno splendido panorama della baia di Cannes e delle isole di Lérins. Qui è bello passeggiare per le viuzze dell’antico villaggio e scoprire quegli anfratti che tanto hanno ammaliato Picasso, e prima di lui il pittore surrealista Francis Picabia, e poi ancora Jean Cocteau, Paul Eluard, Man Ray, Rosemonde Gérard.

In effetti, dalla fine dell’Ottocento, il clima mite e la suggestiva collocazione geografica, permisero a Mougins di diventare meta di tanti artisti. Già nel 1924 Francis Picabia, pittore surrealista d’avanguardia, s’innamorò di Mougins e decise di costruirvi la sua dimora. L’entusiasmo di Picabia per questo borgo, spinse molti suoi amici a visitare Mougins e a trascorrervi periodi più o meno lunghi. Pablo Picasso vi giunse per la prima volta nel 1936
Mougins rimane un paese a vocazione artistica, per le gallerie, gli atelier e per il Museo d’arte Classica (meglio conosciuto con l’acronimo MACM), in cui sono conservati capolavori dell’epoca Romana, Greca, Egizia, nonché opere dello stesso Picasso, di Andy Warhol, Marc Quinn e Anthony Gormley.

La cittadina si può definire “museo a cielo aperto”, visti i numerosi monumenti artistici che s’incontrano passeggiando per le vie. Mougins non è solo arte, ma anche natura. Chi ama passeggiare può inoltrarsi nel parco di Valmasque e seguire sentieri botanici o piste equestri o ancora percorsi salute. Fu a Mougins che Picasso salutò il mondo, l’8 aprile 1973.