In queste settimane nei marché provençal sono apparsi “strani” frutti. Sembrano pere belle grosse, ma non lo sono. Toccandoli pare di accarezzare un tessuto vellutato. Il sapore è assolutamente gradevole, e indescrivibile.
È il coing, ovvero la cotogna, un frutto che in molte città italiane – e anche mercati – è introvabile! Infatti si può dire che sia un frutto dimenticato in molte zone d’Italia.
In Provenza invece è ancora amato, tanto che vi dedicano persino sagre e feste.
È un frutto che ha una storia affascinante, la cui origine si rintraccia nell’antico Medio Oriente. Era già coltivato da civiltà del passato altamente progredite, come la civiltà Babilonese. Per gli antichi Greci la cotogna era un frutto sacro dedicato a Venere.
Anche santa Ildegarda, suggeriva una cura in autunno per curare reumatismi e artrite a base di cotogna!
È sufficiente far bollire la cotogna affettata con acqua o vino: dopo circa 15-20 minuti è pronto il preparato curativo. Si può assaporare anche in forma di purea.
In Provenza ho scoperto che: “se una donna incinta mangia il coing, avrà bambini industriosi e di buon cuore” (secondo il medico e botanico Delechamp).
Una ricetta provenzale che scalda nelle giornate fredde si rifà un po’ al sapere di Santa Ildegarda:
il Vino di Coings
Lavare e tagliare finemente i coings lasciando la pelle e i semini.
Mettere a macerare nel vino bianco e in un po’ di grappa per almeno 45 giorni
Prima di metterlo in bottiglia, filtrare il tutto e aggiungere un po’ di zucchero, fatto sciogliere prima in un po’ di vino prelevato dal liquido filtrato e poi riscaldato.
• 5 litri di vino bianco
• 15 coings
• ½ litro di grappa a 90 °
• 1 kg de zucchero
Ho scoperto un grande e ben nascosto albero di coing all’Abbazia di Saint–Michel de Frigolet (un capolavoro l’Abbazia, da visitare!) con grandi frutti profumati e ai suoi piedi c’era una bella simpatica famigliola di chats rouges
