Van Gogh, un olandese in Provenza

Vincent Van Gogh arriva nella cittadina provenzale di Arles il 20 febbraio 1888. Vi giunge col desiderio di trovare quel gioco di luci che da tempo cercava. Qui può esplorare la sua creatività attingendo ai colori intensi dei paesaggi che lo circondano. Non a caso, affermò: «Nel Midi i sensi si esaltano, la mano diventa più agile, l’occhio più vivo, la mente più lucida».

il simbolo per eccellenza di Arles, l’Anfiteatro Romano – foto Silvia C. Turrin

Ad Arles dipinse molti dei suoi quadri più famosi, come L’Arlesiana, Le vigne rosse di Arles, e La casa gialla (opera ispirata alla sua stessa abitazione in rue de la Cavalerie). Visitando la città si può andare sulle tracce del pittore olandese grazie a un circuito pedonale, attraverso il quale si scoprono i luoghi dove Van Gogh si è fermato per immortalare persone, ambienti e paesaggi. Le varie tappe sono contraddistinte da cartelli che ritraggono i suoi quadri.

Tra i siti segnaliamo il ponte di Trinquetaille (da cui deriva il dipinto L’escalier du pont de Trinquetaille) e rue Mireille che corrisponde all’opera Le vieux moulin. Menzione a parte merita l’Espace Van Gogh, luogo un tempo ospedale, chiamato Hôtel Dieu, costruito nel 1573, dove venivano curati indigenti, bimbi abbandonati e malati. Fu qui che l’artista venne portato una prima volta nel dicembre 1888, dopo essersi mutilato il lobo dell’orecchio sinistro; poi ancora nel 1889 a causa della sua malattia mentale.

In questo ambiente Van Gogh rimase suggestionato dal giardino alla francese con aiuole di fiori, aranci e oleandri, tanto da realizzare l’opera Le jardin de la maison de santé. L’Hôtel Dieu chiuse i battenti nel 1974. L’antico ospedale è ora un centro universitario e culturale intitolato al pittore, in cui hanno sede tra l’altro la mediateca e gli archivi comunali.

Altra importante tappa è la Fondazione Vincent Van Gogh di Arles aperta al pubblico nell’aprile 2014 per valorizzare ancor più l’eredità pittorica dell’artista olandese. Realizzata su due piani, in uno spazio di oltre 1000m², la Fondazione cerca di creare un dialogo tra lo stilema di Van Gogh e i lavori di artisti contemporanei ispirati più o meno direttamente alle sue opere. Un progetto che sottolinea quanto l’influenza dell’olandese sia ancora molto viva nelle opere postmoderne.

Il pittore Vincent van Gogh è legato anche a Saint-Paul-de-Mausole, luogo noto perché vi si stabilì per tentare di guarire dalla malattia. Era l’8 maggio 1889 quando vi entrò. Qui riuscì a trovare un po’ di pace e quiete, come dimostrano i numerosi quadri (circa 150) da lui dipinti proprio nel periodo della sua permanenza, molti dei quali diventati – dopo la sua morte – capolavori dell’arte, tra cui l’Autoritratto e La notte stellata. Per approfondire, si veda un nostro precedente articolo dal titolo Vincent Van Gogh e Saint Paul de Mausole.

Silvia C. Turrin

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