Élodie Meunier, la plasticità spirituale della pietra

A pochi chilometri dal lago di Sainte-Croix e dalle gole del Verdon troviamo Moissac-Bellevue, village perché situato su una collinetta da cui si ammira un panorama che va dall’Esterel sino alla Sainte Baume. A Moissac domina il Castello, databile 1650 e appartenente un tempo al barone Louis d’Hesmivy, consigliere alla corte dei conti di Aix en Provence. Molto suggestiva è anche la torre dell’orologio, costruita nel 1816, attorno alla quale aleggia una bella storia di solidarietà. Infatti, fino al XIX secolo, a Moissac era usanza accogliere vagabondi e poveri proprio nella torre, dove potevano ricevere cibo e cure.

È in questo villaggio tra Aups e Regusse che l’artista Élodie Meunier ha deciso di costruire il suo atelier de l’Art Chemin (progettato con criteri EcoBio). In questo vasto spazio crea le sue opere, plasmando in particolare marmo e legno.

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l’artista Élodie Meunier – Photo https://provenzadascoprire.wordpress.com/ ©

Nata nella regione parigina, Élodie, dopo studi umanistici, si è consacrata totalmente all’arte e all’arteterapia. L’abbiamo incontrata nel suo grande atelier dove ci ha raccontato come tutto ebbe inizio.

Fu un particolare bassorilievo, che i genitori tenevano in casa, a ispirarle in qualche modo l’amore per la pietra, nonché la passione nel lavorarla. Quando era piccola osservava questo bassorilievo in pietra e percepiva come un’attrazione… Da grande scoprì che si trattava di una riproduzione di un’opera straordinaria, ovvero il Bassorilievo di Farsalo (l’originale si trova al Museo del Louvre di Parigi). Guarda caso si tratta di una stele votiva di marmo legata ai famosi Misteri Eleusini, sorti nella Grecia Antica come culto iniziatico e mistico, connesso ai cicli della Natura, e rappresentato secondo determinati simbolismi e mitologie. Di certo, non una semplice coincidenza sentire ispirazione osservando questo importante Bassorilievo di Farsalo.

riproduzione del Bassorilievo di Farsalo nell'atelier di Élodie - Photo https://provenzadascoprire.wordpress.com/ ©
riproduzione del Bassorilievo di Farsalo nell’atelier di Élodie –
Photo https://provenzadascoprire.wordpress.com/ ©

Grazie a numerose esperienze di apprendimento in varie città francesi, come Montpellier, ma anche all’estero (specialmente in Canada), Élodie ha sviluppato un percorso artistico originale, intriso al contempo della materia che plasma, e delle energie interiori che la spingono a modellare in un certo modo piuttosto che in un altro.

Nelle opere di Élodie la plasticità, la manualità e la terra interagiscono e si intrecciano con la spiritualità, con il cielo, con le emozioni. Il risultato è un’essenzialità nelle forme e un’armonia olistica tra minimalismo e astrattezza mistica.

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Scultura di Élodie Meunier – Photo https://provenzadascoprire.wordpress.com/ ©

Élodie ci ha raccontato che ha appreso a lavorare il marmo nella città-simbolo al mondo per eccellenza, Carrara, nello storico atelier Carlo Nicoli. Nel Laboratorio Nicoli sono infatti accolti giovani e anche artisti affermati che desiderano imparare a lavorare direttamente il marmo, con maestranze specializzate. Élodie ci ha spiegato che nelle École Nationale Supérieure des Beaux-Arts francesi è ormai impossibile per le nuove generazioni, da almeno vent’anni a questa parte, imparare mestieri come la lavorazione artistica della pietra, poiché viene privilegiata l’arte concettuale. Così Élodie per specializzarsi ha deciso di vivere una bella esperienza didattica e umana in Italia, non solo a Carrara, ma anche alle porte di Milano, a Cesano Maderno nella fonderia Mapelli.

Da quando ha aperto il suo atelier a Moissac, Élodie è lei l’insegnante; organizza infatti stage di scultura per bambini, adolescenti e adulti interessati a modellare la pietra e il legno. Parallelamente, si dedica all’arteterapia, aiutando persone con vari disagi psico-fisici a esprimere le potenzialità – non solo artistiche – latenti.

Élodie ci è apparsa una persona semplice e per questo sensibile all’animo umano. La sua arte è un mosaico di suggestioni esteriori e interiori, frutto di una profonda ricerca nella dimensione emotiva e sensoriale.

Élodie firma le sue opere con l’acronimo Anne Berech.

Silvia C. Turrin

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