Venasque e il suo splendido Battistero

L’arrivo della Primavera porta con sé la voglia di viaggiare. E cosa c’è di meglio che scoprire la Provenza fuori stagione? (Perché la primavera rimane un “fuori stagione”, poiché non c’è – fortunatamente – ancora il flusso turistico tipico dei mesi estivi).

Una meta che consiglio  è Venasque, villaggio medievale arroccato sui Monts de Vaucluse, incluso nella lista dei borghi più belli di Francia.

A renderlo speciale sono almeno tre elementi: la sua posizione, le vestigia medievali e lo splendido battistero.

Siamo nel Dipartimento del Vaucluse, non distanti da Carpentras, né da Avignone. Venasque è abbarbicato su un picco roccioso, circondato da un paesaggio naturale meraviglioso.

In Primavera la natura circostante si rivela nel suo massimo splendore, grazie alla fioritura degli alberi da frutto, in particolari dei ciliegi. Non mancano vigneti e ulivi. E poi, in lontananza si erge il Mont Ventoux.

Una storia tra papato e crociate

La storia di Venasque è legata a quella del “Comtat Venaissin”, antico Stato pontificio fondato nel Medioevo nel 1274 e dissolto nel 1791. Secondo le fonti, è stato proprio il nome del villaggio a dare la denominazione al Comtat Venaissin.

Nel 1125, Venasque passò ai conti di Toulouse, ma nel 1229, nel corso della Crociata contro gli Albigesi, Raymond VII di Toulouse venne sconfitto dall’esercito del Re di Francia e dagli stessi crociati.  Il Comtat Venaissin venne ceduto al Papato, che lo ha controllato sino a quando fu annesso allo Stato francese, nel 1791.

Venasque e i suoi dintorni, attraverso importanti vestigia, narrano di queste vicende storiche.

Il fervore religioso aleggia in molti luoghi. Fu qui che un gruppo di vescovi, fuggiti da Carpentras durante le invasioni barbariche, tra il VI e il X secolo, si rifugiarono e costituirono una sede episcopale. La chiesa di Venasque, classificata “monumento storico nazionale”, ha uno stile romanico-provenzale. Al suo interno vi sono opere della Scuola di Avignone, datate 1498.

Ma il luogo che merita una visita è il Battistero, anch’esso classificato “monumento storico nazionale”. Un sito intriso di storia e di sacralità. Secondo alcune fonti, la zona di Venasque sarebbe stata cristianizzata nel V secolo, e proprio questo battistero (anche definito “Merovingio”) rappresenta uno dei siti di culto più antichi di Francia.

La zona, ancora prima della cristianizzazione, era avvolta da spiritualità; qui, infatti, sorgeva un tempio romano dedicato a Venere; altre fonti affermano che l’edificio, un tempo, fosse consacrato a Diana, altre ancora a Mercurio e, in questo caso, non sorprende trovare all’interno del battistero i resti di un altare votivo pagano dedicato proprio alla divinità mercuriale.

Si nota anche la statua di San Siffrein, monaco di Lérins, divenuto vescovo. Secondo alcune tradizioni, Siffrein, nel VI secolo, fece costruire tre chiese, una delle quali dedicata a Giovanni Battista e quella chiesa sarebbe proprio il battistero di Venasque.

Ciò che colpisce del Battistero è la sua struttura ben conservata. Al suo interno, vi è la vasca, fonte battesimale.

I lati della vasca sono otto e come viene spiegato dai resoconti locali, il numero otto è simbolo della Risurrezione di Cristo. Si collega quindi alla Pasqua: la domenica pasquale segue i sette giorni della settimana ebraica che ricorda la Creazione. La Domenica di Pasqua viene dunque considerata come l’ottavo giorno ed evoca l’inizio di una nuova Creazione. E qui c’è tutto il simbolismo di questo luogo: il battezzato scende nella vasca ed è immerso, a livello simbolico, nella morte di Cristo, e risuscita con lui a nuova vita.

testo e foto Silvia C. Turrin

La Route du Mimosa, tra colori e profumi

La “Route du Mimosa” si snoda su ben 130 km. Un percorso pieno di cromatismi, profumi, borghi, paesaggi suggestivi. Un tuffo nel giallo delle diverse varietà di mimosa che colorano varie cittadine tra il Var e le Alpi Marittime.

È da alcuni anni che è disponibile online e nei vari Uffici del Turismo una cartina che promuove proprio questo incantevole percorso, di cui avevo già parlato in questo spazio dedicato alla Provenza.

Ma, essendo appassionata di questa pianta (oltre che della Provenza), in questo mese di Febbraio mi sembra perfetto ritornare su proprio sulla strada della mimosa… almeno con i ricordi e – come si dice in ambito meditativo – con l’occhio della mente.

Immaginate di sorvolare il massiccio del Tanneron tra gennaio, febbraio e marzo. Lo spettacolo è assicurato: un mare di giallo si distende sotto di voi.

Sono le mimose selvatiche alle quali si aggiungono quelle coltivate. Uno scrigno di bellezza che ha trasformato il massiccio del Tanneron nel “più grande bosco di mimose d’Europa”.

I francesi difendono questo patrimonio naturalistico e culturale, perché fonte di turismo. Attorno a questo meraviglioso paesaggio ruota tutto un settore economico che fa della mimosa il suo focus.

E cosa c’è di più bello che visitare questo angolo di Provenza, tra gennaio, febbraio e marzo, quando non vi sono le masse di turisti che affollano invece la regione nel periodo estivo?

La Route du Mimosa inizia nel delizioso borgo di Bormes-les-Mimosas, prosegue verso RayolCanadel-sur-Mer, Sainte-Maxime, Saint-Raphael, Mandelieu-la-Napoule, per poi volgersi all’interno verso il Massif du Tanneron proseguendo per Pégomas e infine verso Grasse, capitale del profumo.

Un viaggio affascinante, da vivere senza fretta, sentendo i profumi dei fiori che aleggiano nell’aria.

Come ricordo nel mio recente libro dedicato alle Meditazioni con i Fiori, la Mimosa è simbolo della rinascita floreale di fine inverno.

Mimosalia foto Silvia C. Turrin

Una leggenda spiega, in termini poetici, lo sbocciare dei suoi fiori.

Si narra che la nostalgia verso la sua terra d’origine sia il motivo della sua fioritura in pieno inverno, proprio quando nell’emisfero opposto al nostro è estate, stagione in cui sboccia la mimosa in Australia.

È una pianta che trasmette forza solare e i suoi fiori infondono Gioia.

Praticando la meditazione con i fiori di mimosa – magari proprio in Provenza e proprio lungo la “route du mimosa” – possiamo placare l’ansia e superare periodi complessi, stressanti.

Meditare con i fiori di mimosa permette di ritrovare armonia tra mente e cuore, tra ragione e sentimento.

Pensate di praticare immersi nella bellezza dei giardini mediterranei di Rayol-Canadel-sur-Mer? Uno spazio naturalistico protetto ampio 20 ettari, ai piedi del Massiccio dei Maures e di fronte alle Isole Hyères.

Progettato dal paesaggista Gilles Clément, questo giardino raccoglie svariati paesaggi botanici. Tra questi, vi è un angolo dedicato all’Australia, terra d’origine della mimosa.

Altro luogo suggestivo lungo “la strada della mimosa” è il Parc Emmanuelle de Marande a Mandelieu-La Napoule. Definito “museo della mimosa”, questo parco si estende per quasi 10mila m². Un polmone verde che tra gennaio e febbraio si colora di giallo, grazie alla presenza di un centinaio di specie di mimose. Da non perdere, sempre in questo parco, la mostra a cielo aperto, che ripercorre la storia e l’evoluzione della coltivazione di questa pianta.

Per chi ama la mimosa, la Provenza è una terra ideale per scoprire i tanti segreti di questo fiore…

testo e foto Silvia C. Turrin


IL PERCORSO DELLA “ROUTE DU MIMOSA”

Un nuovo libro tra Provenza e Occitania

Care Lettrici/Cari Lettori,

è con grande gioia che vi segnalo l’uscita di un nuovo libro sulla Provenza.

L’Autore è Gianni Turrin, mio papà. Titolo del volume: “Viaggio in Provenza e Occitania“.

Da tempo era rimasto nel cassetto e finalmente ha preso forma e ha visto la luce.

È un libro che racchiude varie anime: quella di un taccuino di viaggio, quella di un libro di storia, quella di un diario personale.

Viaggio In Provenza e Occitania” è un racconto composto da vari itinerari che hanno in comune suggestivi borghi, paesaggi meravigliosi, distese di lavanda e poi storie di Catari e Templari. Ma non solo.

C’è un filo che lega alcuni luoghi qui descritti con le leggende provenzali che ruotano attorno alla figura di Maria Maddalena.

Non mancano nemmeno i misteri, quelli di Rennes-le-Château e dell’enigmatico François Bérenger Saunière.

E non manca nemmeno il volto più spirituale del viaggio, tra Lourdes e antiche abbazie provenzali.

Tra le tappe: Saint-Maximin-la-Sainte-Baume, Moustiers-Sainte-Marie, Carcassonne, Limoux, l’abbazia di Saint-Hilaire, Isle-sur-la-Sorgue, Gordes, Roussillon, Sault, Plateau-d’Albion e molto altro.

Una narrazione di viaggio che esalta lo “Spiritus Loci”, lo spirito dei luoghi, tra eventi tragici del passato, splendide vestigia, villaggi incantevoli e i variopinti colori di una natura taumaturgica.

Il libro è disponibile su:

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e su altri siti.