Aups e i tartufi

Tanti visitatori e turisti accorrono anche in pieno inverno a Aups, borgo situato tra il lago di Sainte-Croix e le famose Gole del Verdon. Il motivo? Semplice, sono attirati in particolare dal mercato dei tartufi che si svolge ogni giovedì, a partire dal mese di novembre sino alla fine di febbraio o inizi di marzo (dipende dalla stagione).

In questa stagione 2016-2017 i turisti sono accorsi di gran numero, anche grazie al rinnovamento della Maison de la truffe, la Casa del Tartufo, ubicata al piano terra dell’Antico Ospizio di Saint-Jacques del XVII secolo. In questo spazio piccoli e grandi possono avvicinarsi all’antica tradizione del tartufo, grazie ad alcuni percorsi che permettono di imparare a degustarlo. Per esempio nello spazio multisensoriale si può sperimentare « il tartufo attraverso i 5 sensi ».

In Francia, la Provence Alpes Côte d’Azur (Paca) è la prima regione produttrice di tartufi e la zona del Verdon, cui appartiene Aups, fornisce il 13% della produzione nazionale. Purtroppo la tartuficoltura è minacciata da una concorrenza spesso sleale, in cui si trovano addirittura prodotti con aromi di sintesi, di laboratorio, quindi non naturali…

In Provenza però si sta puntando molto sul cosiddetto « truffo-tourisme » e i risultati ci sono, anche perché il vero tartufo, non quello di laboratorio, è uno scrigno di sostanze preziose, tra cui proteine e sali minerali, come il magnesio; inoltre è ricco di vitamina D. Il tartufo è amato per il suo gusto così particolare, unico e anche perché apporta pochissime calorie e pochi grassi.

Giovedì 2 marzo 2017 è l’ultima data ufficiale per visitare in piazza Frédéric Mistral il marché aux truffes noires (mercato dei tartufi neri) di questa stagione.

Mentre tra giugno e luglio viene organizzato il mercato dei tartufi bianchi, altra leccornia preziosa (perché costosa) della Provenza.

Da visitare a Aups:

la Collegiale di San Pancrazio in stile gotico;

il Museo Simon Segal, in cui sono ospitate tre importanti Scuole di pittura con 280 tele tra disegni, acquerelli, dipinti, guazzi e carboncini, oltre che le opere dell’artista russo, da cui prende il nome;

il piccolo museo dedicato alla Resistenza;

la Cappella di Nostra Signora della Liberazione, costruita nel 1853 come ex-voto alla Vergine Maria per ringraziarla di aver protetto gli abitanti di Aups dagli eccidi tra repubblicani e bonapartisti difensori di Napoleone III.

Una curiosità: i provenzali chiamano il tartufo rabasse.

Silvia C. Turrin

 

Maggiori info: http://www.aups-tourisme.com

Riez “la romana”

Anticamente era chiamata Julia Augusta Reiorum Apollinaris, oggi la conosciamo col nome di Riez. Distante una quindicina di chilometri da Moustiers-Sainte-Marie, Riez è uno dei villaggi più antichi del sud francese. Detta anche “la Romana”, questa piccola cittadina delle Alpi dell’Alta Provenza si trova nel cuore del Parco Naturale Regionale del Verdon, a pochi chilometri dal lago di Sainte-Croix e dalle Gole del Verdon.

Riez conserva una forte impronta romanica.

Importanti vestigia sono le quattro colonne di granito che svettano nel verdeggiante parco all’esterno del villaggio. Non distante dal centro cittadino, si ammira poi il battistero, recentemente restaurato e uno dei pochissimi edifici paleocristiani custoditi in Provenza, caratterizzato da una fonte battesimale a forma di ottagono.

Riez è piacevole visitarla in occasione di varie feste locali, come la festa della transumanza, quelle del grano (ogni anno la prima domenica del mese di agosto) e del miele (organizzata nel mese di luglio).

Durante queste  ricorrenze le vie si animano di persone in costumi d’antan, vengono rievocati antichi mestieri, come il mastro-vetraio, il portalettere, il guardiano dei campi, l’arrotino, e non mancano degustazioni di vari prodotti tipici provenzali, come i pregiati tartufi, essenze e pot-pourri a base di lavanda.

E a proposito di lavanda… Riez si trova lungo uno degli itinerari alla scoperta dei campi fioriti, profumati e colorati, nell’altipiano di Valensole.

Immancabili le bancarelle del brocante.

Ogni mercoledì e sabato i tradizionali Marché Provençal.

Silvia C. Turrin


Per maggiori info si veda il sito ufficiale della città di Riez:

www.ville-riez.fr

Lavanda mon amour – seconda parte

Una delle classiche immagini della Provenza tratteggia un’importante abbazia cistercense e in primo piano bellissimi filari di lavanda. Non tutti gli anni, però, è possibile ammirare e immortalare questa famosa immagine (strausata da guide turistiche e da riviste), poiché i campi fioriti con “l’oro blu” tipico di questa regione vengono coltivati secondo un sistema a rotazione.

Ci sono però luoghi dove la lavanda trionfa in un tripudio di colore e profumo ed è sempre la protagonista, come sulle colline e nei prati che circondano Simiane-la-Rotonde. Questo borgo nel dipartimento delle Alpi dell’Alta Provenza, definito villages de caractère, svetta su un promontorio a 650 metri d’altezza. La sua ubicazione lo rende un luogo suggestivo, situato com’è tra il Parco naturale regionale del Luberon e l’altopiano di Albion, dove cresce rigogliosa la lavanda. Per questo qui e nei dintorni vi sono diversi produttori di oli essenziali, nonché una delle più importanti cooperative di lavanda e di lavandin.

Simiane, oltre a essere famosa per la sua “Rotonde”, capolavoro architettonico dell’arte romanica del XII secolo, facente parte dell’antico castello degli Agoult-Simiane, è nota per i percorsi di aromaterapia. Chi visita per esempio il castello ha la possibilità di conoscere i segreti di varie essenze distillate partendo da piante locali, come il timo, la rosa, il neroli e naturalmente la lavanda. In una sala del castello i visitatori sono invitati a seguire un esperto etnobotanico il quale ha il compito di spiegare le proprietà dei vari oli essenziali, nonché i metodi di distillazione.

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Lasciamo Simiane-la-Rotonde in direzione Barrême, distante circa due ore. In questo piccolo villaggio viene organizzata una suggestiva, pur nella sua semplicità (e forse è proprio questa semplicità che la rende coinvolgente) festa della lavanda. Oltre ai classici bouquet di fiori, alle essenze e a vari alambicchi, l’evento è un’occasione per scoprire antichi mestieri. Come il maniscalco, il lanaiolo e la lavandaia.

Quest’anno la festa, giunta alla X edizione, si terrà il 24 luglio. Un’occasione per scoprire l’aroma intenso dell’essenza locale di lavanda, che ha ottenuto l’etichetta Lavande fine de Barrême.

Barrême è famoso anche perché situato lungo la Route Napoléon. La strada porta evidentemente il nome di Bonaparte, poiché fu lui a compierla per la prima volta e quindi a ufficializzare il percorso dopo la sua fuga (organizzata scrupolosamente) dall’Isola dell’Elba. Napoleone sbarcò nel Golfo di Juan e poi, per raggiungere Grenoble, decise di inoltrarsi per le vie interne della Provenza, passando per Castellane e Digne-les-Bains.

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A proposito della cittadina di Digne-les-Bains, di cui avevo già parlato grazie alla straordinaria figura di Alexandra David Néel

Digne, oltre a essere famosa per le terme, per il Museo Gassendi e per la Maison Alexandra David-Néel, è nota sia per il museo che per la festa della lavanda. Quest’anno la festa si terrà dal 5 al 9 agosto, una vera full immersion in un mondo di profumi, tra gruppi folkloristici e musicali.

Queste sono solo alcune tappe per scoprire il mondo della lavanda, una pianta dalle tante virtù, tra i simboli della Provenza.

Silvia C. Turrin

Per Approfondire si veda anche: Lavanda mon amour – prima parte

sulla strada della lavanda - Alpii dell'Alta Provenza
una piccola chiesetta caratteristica, lontana dai circuiti di massa lungo una delle tante strade della lavanda in Provenza