Dicembre è infatti un mese che passa velocemente, ecco perché occorre assaporare ogni istante e gustare la magia di questo periodo speciale.
A proposito di sapori… ho pensato di suggerirvi due ricette per il pranzo o la cena di Natale ispirate alla Provenza, e che sono incluse nel mio Romanzo.
Nel volume ne troverete altre… un modo per sentire vicina la terra provenzale attraverso il cibo.
Le due ricette provenzali sono il mio cadeau de Noël pour vous.
Lettura consigliata: Un’altra vita in Provenza di Silvia C. Turrin
Provenza da Scoprire
Primo cadeau de Noël pour vous
SOUPE À LA PROVENÇALE
Zuppa alla provenzale (ricetta per 6 persone)
Trovate questa e altre ricette provenzali nel libroUn’altra vita in Provenza
Ingredienti:
2 patate
3 pomodori rossi
2 cipolle
3 spicchi d’aglio
1 bouquet garni
basilico
pane di campagna
olio di oliva extravergine
sale e pepe
Come si prepara:
Affettare finemente le cipolle, pelare le patate e tagliarle a rondelle, sbucciare e tagliare l’aglio, tagliare i pomodori (a cui è stata tolta la buccia). In una grande casseruola, scaldare un cucchiaio abbondante di olio d’oliva extravergine, poi unirvi la cipolla. Quando imbiondisce aggiungere i pomodori, le patate e l’aglio.
Amalgamare bene il tutto. Aggiungere quindi circa due litri d’acqua e incorporare il bouquet garni e qualche foglia di basilico. Salare e pepare. Si lascia cuocere la zuppa per circa un’ora a fuoco basso.
Intanto, tagliuzzare finemente il restante basilico. Si affetta quindi il pane di campagna e lo si fa grigliare.
Servire la soupe con le fettine di pane grigliato e a piacere aggiungere un filo di olio extravergine.
Secondo cadeau de Noël pour vous
Dopo aver condiviso la ricetta della SOUPE À LA PROVENÇALE, vi offro un altro cadeau de Noël, segnalandovi la ricetta dell’Aïoli, salsa che è immancabile sulle tavole provenzali e che insaporisce verdure crude e cotte, pesce e carni.
Anche questa ricetta la potete trovare, insieme ad altre, nel mio libro Un’altra vita in Provenza
Aïoli
Ingredienti:
2 rossi d’uovo
7-8 spicchi d’aglio
olio d’oliva extravergine
sale e pepe
Preparazione:
In un mortaio pestare gli spicchi d’aglio sino a ottenere una purea. Salare. Aggiungere due rossi d’uova. Mescolare bene. Versare lentamente l’olio d’oliva. Continuare a mescolare bene fino a quando si ottiene una salsa densa e cremosa.
Bon Appetit! Testo – ph. Provenza da Scoprire – Silvia C. Turrin
Anche in Provenza il periodo dell’Avvento è particolarmente sentito, tanto che gli è stato attribuito un nome specifico, ovvero tempo “calendal”, che comprende le quattro domeniche prima del Natale.
Come ricordo nel mio Romanzo “Un’altra Vita in Provenza” (le cui copie cartacee sono praticamente esaurite…), l’espressione «Calendau, alo» è ancora molto diffusa nel Midi francese. Sono parole tipicamente provenzali che indicano tutto ciò che riguarda il periodo natalizio.
«Calendau» riprende le famose calende, che designavano – ai tempi dei Romani – il primo giorno di ogni mese. In questo caso, «Calendau, alo» si riferisce alla magia del tempo di Natale, mentre “Calèndo” indica i cibi e i regali natalizi, ma anche l’agrifoglio usato per decorare la tavola.
In passato, questa fase dell’anno in terra provenzale era scandita da numerose tradizioni. Per esempio, l’Avvento veniva annunciato per le strade, a suon di tamburelli e galoubet (una sorta di piffero di registro acuto diffuso in Provenza).
Tra le usanze in voga ancora oggi vi è quella di preparare una ghirlanda di foglie sempreverdi (o con bacche) da posizionare al centro della tavola o accanto all’ingresso di casa. Sopra la ghirlanda erano poste quattro candele. Ogni domenica di Avvento viene accesa una candela simbolo di gioia e di luce.
Visitare la Provenza in questa fase dell’anno è davvero suggestivo, grazie ai tipici addobbi luminosi che impreziosiscono ancor di più vari angoli di borghi e città.
Aix-en-Provence è certamente una delle mete che consiglio, perché è davvero magica nel periodo natalizio, tra luminarie, marchés de Noël imperdibili, piazze decorate e le scritte in provençal proiettate sui muri cittadini.
Anche se in Provenza si respirano, come nel resto della Francia, i principi della laicità, le antiche tradizionali spirituali del Natale rimangono ancora molto sentite.
Il periodo dell’Avvento, per molti credenti è un tempo dedicato al digiuno, alle preghiere e alla meditazione.
Il silenzio è ben accolto, considerato “elemento” importante per prepararsi al Natale.
In passato, l’inizio dell’Avvento veniva annunciato per le vie dei villaggi tra canti e musiche. Nelle case si preparava una ghirlanda di foglie, o fiori o bacche, su cui venivano posizionate quattro candele.
Se ne accendeva una ad ogni domenica dell’Avvento, sino al culmine della luce con l’arrivo del Santo Natale.
Come ricordo nel mio Romanzo “Un’altra Vita in Provenza”, in questo periodo, nel Midi francese, si sente pronunciare spesso un’espressione, ovvero «Calendau, alo».
Si tratta di parole tipicamente provenzali che indicano tutto ciò che riguarda il periodo natalizio.
«Calendau» riprende le famose calende, che designavano – ai tempi dei Romani – il primo giorno di ogni mese. In questo caso, «Calendau, alo» si riferisce alla magia del tempo di Natale.
Altrettanto importante in molti villaggi provenzali è la ricorrenza di Santa Lucia, il 13 dicembre, la festa della Luce. Si dice infatti che a partire da questa data i giorni iniziano ad allungarsi. Per celebrare la luce in molte case si accendono all’interno e all’esterno lumini, candele, ghirlande colorate. Questa ricorrenza celebra la gioia, la speranza, l’impermanenza del buio.
È una festa che precede il Solstizio d’inverno e che invita ad abbracciare uno spirito di rinnovamento.
Secondo alcune tradizioni provenzali, a partire dal 13 dicembre, i 12 giorni che seguono questa data e che precedono il Natale sono chiamati “jour coumtié”, ovvero “giorni che contano”. Ciò significa che essi segnano il tempo che farà nei 12 mesi dell’anno che verrà.
Un’altra tradizione del 13 dicembre è quella legata alla raccolta del vischio, che viene sospeso sopra le porte in segno di pace e benevolenza, e dell’agrifoglio, considerata una pianta che protegge dalle energie negative.
TESTO E FOTO Silvia C. Turrin
“UN’ALTRA VITA IN PROVENZA ” È UN ROMANZO PERFETTO PER IMMERGERSI NELLE ATMOSFERE PROVENZALI E PER CONOSCERE SAPORI E TRADIZIONI DEL MIDI FRANCESE, ANDANDO SUI PASSI DI TANTI PERSONAGGI…
“Un’altra Vita in Provenza” è un viaggio “iniziatico”, che accompagna il lettore lungo un percorso che conduce dalla crisi all’armonia, dalle ombre alla luce, dall’instabilità alla gioia. Una metafora di un cammino esistenziale dove la catarsi si rivela una via naturale in cui ognuno di noi si può identificare.
“Un’altra Vita in Provenza” è un racconto ispirato, in cui si intrecciano le storie di persone accomunate dall’amore per la Provenza, per la Natura e per la Giustizia.
In un periodo dominato da incertezze economiche e dallo slogan “flessibilità”, Sofia, la protagonista di questa storia, sente di camminare su un filo sospeso, come una funambola.
La morte di nonna Josephine, alla quale era fortemente legata, ha accentuato la sua insicurezza. Tutto le appare impermanente, anche a causa dei problemi interni alla società editoriale per cui lavora.
In un quadro instabile, Sofia riceve un’inaspettata lettera che le cambierà la vita. A firmarla, Odette, vecchia amica di Josephine, che la invita a raggiungerla in Provenza, nel piccolo borgo di Bellevue. In piena crisi esistenziale, Sofia decide di accettare l’invito di Odette. Così, la protagonista può finalmente ammirare di persona i luoghi che sua nonna le aveva fatto conoscere attraverso ricette provenzali e libri d’arte dedicati a Van Gogh, Cézanne e Signac.
Tra campi di ulivi, vigneti, erbe aromatiche e varietà di frutta antica, Sofia impara a lavorare a contatto con la terra, grazie all’aiuto dell’ottuagenaria Odette e dei tanti amici che ruotano attorno al Domaine du Vieux Chêne, come il pastore Leon, di origini andaluse, e Pancho, l’intellettuale cileno tormentato dai fantasmi del suo passato.
Sofia conosce Champa e Kesarbai, amiche inseparabili, l’una indiana, l’altra pakistana; Robert, ex monaco trappista; poi ancora Marcel, il cacciatore proprietario della charcuterie del villaggio che subirà una profonda metamorfosi, e Giselle, l’eccentrica botanica di Avignone.
A Bellevue non manca nemmeno una figura piuttosto misteriosa, di cui nessuno sembra sapere niente, ma che tutti in vario modo incrociano. In questa storia aleggia un segreto, quello custodito da Odette.
In Provenza, Sofia – che sarà accompagnata dalla dolcissima Lucy, cane pastore dei Pirenei – scoprirà nuovi tasselli della sua vita e capirà quanto sia importante seguire il cuore e il proprio istinto per trovare finalmente un po’ di serenità.
In Appendice, “10 Lezioni di Mindfulness” apprese da Sofia in Provenza.