Giselle, la botanica di Avignone

Fiori, erbe aromatiche, varietà di frutta antica… anche di questo parlo nel mio Romanzo Un’altra Vita in Provenza“, attraverso i vari personaggi, in particolare tramite l’ottuagenaria e arzilla Odette; il bell’intellettuale cileno Pancho, e soprattutto, Giselle.

Ecco un breve estratto del Romanzo, in cui Odette descrive la sua amica Giselle

«È un’esperta botanica, molto nota per la capacità di riconoscere svariate specie, incluse quelle esotiche e antiche. Abita alla periferia di Avignone. Ci siamo conosciute dieci anni fa, durante la festa d’autunno di Bellevue. Era la fine di settembre. Vi partecipavo come espositrice. Sul bancone avevo posizionato in bella mostra diversi prodotti del Domaine, dalle bottiglie di olio d’oliva alle confetture di fragole e albicocche. Avevo portato anche alcuni cesti contenenti frutta e verdura di stagione. C’erano tanti visitatori e turisti. Verso metà mattina, vidi una signora molto elegante intenta a scrutare da lontano il mio banchetto. Dopo alcuni minuti, si avvicinò, dimostrando particolare interesse verso i cesti di noci e di fichi. Mi chiese da dove provenivano. Le risposi che li coltivavo io stessa nel frutteto. Parve entusiasta. Mi disse che si trattava di varietà antiche e che, senza saperlo, le stavo proteggendo, salvandole dall’omologazione sempre più imperante…»

Grazie al contributo di Giselle, Odette scopre che nel suo Domaine vi sono diverse specie arboree antiche, fichi, albicocche, pere, ciliegi, e persino vitigni…

[…continua tra le pagine del mio libro disponibile in versione sia cartacea, sia digitale (pdf) qui:

https://www.ilgiardinodeilibri.it/libri/__altra-vita-provenza-silvia-turrin-libro.php?id=189200

E per immergersi nei colori della Provenza, ecco qualche foto attraverso cui ho immortalato bellissimi fiori in occasione di uno dei miei viaggi a Bormes-les-Mimosas.

testo e foto di Silvia C. Turrin

Pubblicità

Mimosalia per gli appassionati di botanica

Dal 1996, l’ultimo week-end di gennaio la Ville fleurie di Bormes-Les-Mimosas organizza Mimosalia, evento dedicato a tutti gli appassionati di botanica e giardinaggio. Un appuntamento che in questo 2021 non si terrà, per motivi di sicurezza sanitaria, per evitare assembramenti e l’aumento dei contagi.

Ho avuto l’occasione di vedere questa grande festa dei fiori alcuni anni fa e devo dire che si respira una bella atmosfera. Soprattutto, è sorprendente come nel mese di gennaio si possano ammirare tante specie fiorite a Bormes-Les-Mimosas, persino quelle esotiche. In effetti, in questo delizioso borgo provenzale c’è un particolare microclima che permette a diverse varietà botaniche di crescere rigogliose. Protagonista rimane comunque la mimosa, che ha dato poi il nome al villaggio.

Un po’ di storia

I primi abitanti di Bormes-les-Mimosas appartenevano a una tribù facente parte dell’antico popolo dei liguri, come rivelano fonti locali che parlano di “Bormani”. Si tratta di un chiaro riferimento al nucleo preromano della Liguria di Ponente denominato Lucus Bormani situato lungo la via Augusta. Il nome attuale del borgo provenzale è piuttosto recente, visto che è stato ufficializzato solo nel 1968. Un modo per sottolineare la diffusa presenza di alberi di mimosa.

Fiori, fiori e ancora fiori

Mimosalia – cui partecipano diversi espositori, tra giardinieri e artigiani – richiama ogni anno migliaia di turisti desiderosi di scoprire le ultime novità in fatto di botanica e decorazioni per giardini. Gli organizzatori, pensando anche ai più piccoli, creano per loro uno spazio ad hoc, grazie a una serie di laboratori di pittura, di rinvaso delle piante e di agroecologia.

Un mese dopo, in febbraio, si svolge Corso fleuri, variopinta sfilata di carri abbelliti con splendide composizioni di fiori. Vi partecipano anche gruppi folkloristici locali. Per movimentare la festa vengono regolarmente organizzate battaglie di fiori.

Nel 2020, Corso fleuri ha celebrato i suoi 100 anni… prima che la pandemia interrompesse tutto e portasse al primo lockdown/confinement nazionale…

In questo 2021 non si svolgerà… niente carri addobbati con migliaia di fiori (tra i 6000 e i 20mila fiori!), niente mimose in festa, niente sfilate. Un’occasione per riguardare vecchie foto, leggere di Provenza, e ammirare la natura, rispettandola.

testo e foto di Silvia C. Turrin


 

Bormes-Les-Mimosas
Ufficio del Turismo
 1, place Gambetta
www.bormeslesmimosas.com

Valsaintes, un santuario naturale da scoprire nel rispetto di Madre Natura

Il Dipartimento delle Alpi dell’Alta Provenza è un mosaico di paesaggi diversificati tra acque, monti, altipiani e colline. In questa zona è bello fermarsi in piccole cittadine, fuori dalle principali rotte turistiche e camminare scoprendo echi del passato.

Uno dei luoghi ancora poco conosciuti dai turisti italiani è Valsaintes. In effetti, alcune cartine geografiche non indicano nemmeno questo piccolo borgo. Eppure, il sito è carico di una storia lontana, riscoperta solo da pochi decenni.

Valsaintes l’avevo visitata alcuni anni fa. In questo 2020 sono ritornata per verificare alcune informazioni, che ho inserito nel mio Romanzo non ancora pubblicato (e sempre in cerca di un editore). Ci sono ritornata agli inizi del mese di luglio e, sorprendentemente, c’erano ancora diverse specie botaniche fiorite.

Ma cosa ha di tanto particolare Valsaintes? La sua “arcaica magia” la descrivo bene nel mio Romanzo ambientato in Provenza.

Qui voglio comunque condividere alcune informazioni utili.

L’oppidum, già popolato nel Paleolitico, conserva tracce gallo-romane e medievali.

La vera particolarità di Valsaintes sono i suoi giardini, nonché l’abbazia carica di simbolismi. È poi un sito che racchiude mitologie legate ad antichi culti, segreti millenari nascosti nelle rocce.

Questo luogo così colmo di meraviglie era stato dimenticato nel corso dell’800 sino agli anni Novanta del secolo scorso. Solo dal 1995, grazie alla perseveranza di Serge Orlandi – colui che scoprì, insieme alla moglie, l’abbazia di Valsaintes ormai in rovina – si diede avvio al progetto di ricostruzione e valorizzazione del sito. Quando i lavori terminarono misero in luce uno spazio unico nel suo genere.

Un luogo sacro e magico, dove varie specie di rose (alcune reperibili solo qui) convivono con antichissimi reperti geologici e con una splendida chiesa in cui avviene un’impressionante gioco di luci.

Per i miti e i simbolismi di Valsaintes vi rimando alle pagine del mio Romanzo, che spero venga pubblicato per il Natale 2020, così gli appassionati di Provenza se lo possono regalare. 🙂

Il periodo migliore per visitare Valsaintes è certamente la primavera, quando le varie specie botaniche regalano un tripudio di colori. Splendidi sono i roseti, in cui si ammirano diverse varietà di rose (circa 600): dalla gallica officinalis alla rubiginosa, dalla rosa canina a quelle più particolari e meno note, come la Bobbie James, la Anna di Bretagna, la rosa mutabilis e la rosa “Abbazia di Valsaintes”.

Però possiamo ammirare i suoi giardini in ogni stagione. Scopriamo per esempio narcisi, dalie, tulipani, acanthus, photinia e poi svariate piante aromatiche. Si prende cura di questi giardini Jean-Yves Meignen, senza l’impiego di alcun trattamento chimico.

A Valsaintes dominano l’ecologia e lo sviluppo sostenibile.

È un “santuario naturale”, in armonia con lo spiritus loci, che si rivela soltanto a quei viaggiatori sensibili e rispettosi di Madre Natura.

Silvia C. Turrin (testo e foto)


Sito ufficiale: www.valsaintes.org