Mimosalia

Il 30 e 31 gennaio prossimi si terrà nel bellissimo borgo di Bormes les Mimosas (Dipartimento del Var), la XX edizione di Mimosalia, un appuntamento dedicato agli appassionati di fiori, piante, giardinaggio…

È ormai dal 1996, che l’ultimo week-end di gennaio la Ville fleurie di Bormes les Mimosas organizza un evento che attira centinaia di visitatori, provenienti anche dal Giappone e dagli Stati Uniti, interessati a conoscere novità e idee legate al mondo della botanica e all’arte di abbellire gli spazi verdi.

Ogni anno la manifestazione è dedicata a un tema particolare e per questo 2016 il protagonista è “il giardino del clima mediterraneo”. L’attenzione quindi spazia dalle regioni affacciate al Mare Nostrum con incursioni anche in quelle terre, come il Sudafrica, l’Australia e il Cile, dove crescono piante straordinarie e che possono essere coltivate anche in quei luoghi, come Bormes, caratterizzati da un microclima particolare.

È per esempio il caso della protea, fiore simbolo della Repubblica del Sudafrica, presente anche in alcune aiuole di Bormes les Mimosas. Infatti, basta dirigersi verso Place de l’Isclou d’Amour per ammirare piante e fiori che in genere crescono in ambienti esotici.

Mimosalia è una bella vetrina per diversi espositori, giardinieri e artigiani, per seguire conferenze e per osservare mostre originali. Quest’anno si ha inoltre la possibilità di conoscere il parco Gonzalez grazie a una visita commentata. Si tratta di un angolo, primo in Europa, in cui sono messe a dimora specie originarie dell’Australia, tra cui alberi di mimosa, di Melaleuca, Grevillea e banksia.

E tra un fiore e una pianta si incontrano anche scorci poetici che mettono di buon umore…

Silvia C. Turrin

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Per info:

Bormes-Les-Mimosas
Ufficio del Turismo
1, place Gambetta
www.bormeslesmimosas.com

 

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La Provenza Verde

C’è una zona all’interno della Provenza dove la natura trionfa. I grandi agglomerati urbani, il traffico, lo smog, lo stress… non esistono. Domina piuttosto una straordinaria vegetazione, con foreste, distese di vigneti e di uliveti. E tra un paesaggio e l’altro s’incontrano piccoli borghi. Una zona perfetta per una vacanza slow.

Siamo nella cosiddetta Provenza Verde, una regione a sé entro i confini della stessa Provenza.

Quest’area è molto frequentata da belgi, olandesi e tedeschi, mentre gli italiani sembrano ancora preferire la più modaiola Costa Azzurra o le rinomate mete del Vaucluse, come Roussillon e Gordes.

In effetti, la Provenza Verde non è per tutti…

In questo spazio geografico-culturale in cui domina, naturalmente, il verde, sorgono piccoli borghi, in tutto 43. Troviamo villaggi dove vi sono ancora vestigia di fortezze medievali, rinascimentali o templari; altri sono indissolubilmente legati all’elemento acqua, altri ancora avvolti da leggende e da una forte spiritualità.

La storia antica parla tramite vestigia gallo-romaniche. La famosa Via Aureliana – l’odierna N7 – attraversa(va) anche la Provenza Verde. Qui non si installarono soltanto guarnigioni romane, ma pure i cavalieri Templari e, si narra, anche Maria Maddalena, la cui storia o leggenda parte da Les Saintes Marie de la Mer, passa per Saint Maximin la Sainte Baume e arriva sino al Plan d’Aups e al massiccio della Sainte Baume (storie e itinerari che racconto nella mia Guida dedicata alla Provenza).

La Provenza Verde è per chi ama:

  • scoprire piccole cittadine circondate da ulivi e vigneti;
  • la semplicità;
  • viaggiare senza fretta;
  • camminare o andare in bicicletta nella natura;
  • ambienti tranquilli, lontani dalla frenesia e dalla mondanità.

Tra i luoghi più suggestivi vi è certamente Plan d’Aups, o meglio, la Foresteria Hostellerie de la Sainte-Baume, sito intriso di una forte spiritualità, gestito da suore e frati Domenicani. Qui i fedeli possono ritirarsi per pregare e seguire le diverse liturgie quotidiane. È un luogo molto suggestivo, una sorta di rifugio religioso, dove regnano pace e quiete. L’Hostellerie si trova tra l’altro ai piedi del massiccio de la Sainte-Baume, da cui prende il nome, una catena montuosa non molto alta, ma splendida, per vegetazione e per storia.

Dall’Hostellerie partono due camminamenti che conducono alla famosa grotta di Santa Maria Maddalena. Fu infatti qui, presso la Sainte-Baume, che la Maddalena si rifugiò a pregare per trent’anni.

l'interno della grotta di Santa Maria Maddalena
l’interno della grotta di Santa Maria Maddalena

In Provenza il culto della Maddalena è molto forte (lo racconto nella Guida) e in questa regione si sentono tante storie che ruotano attorno a questa figura misteriosa… ma questo sarà il tema di un prossimo post.

Per ora, basti dire che la grotta di Santa Maria Maddalena presso la Sainte-Baume è meta di pellegrinaggio per tantissime persone. In passato, vi giunsero tra gli altri Caterina de’ Medici, Luigi XIV, Santa Caterina da Siena e Charles de Foucauld.

La Provenza Verde è questo e altro ancora…

Molto famoso, soprattutto tra gli inglesi, è Cotignac, villaggio costruito ai piedi di una falesia di tufo, particolarmente suggestivo da vederlo in lontananza, dove sono state rinvenute abitazioni troglodite.

Da vedere in occasione di feste e mercati Carcès, dove si erge un castello medievale. Questo vecchio villaggio è noto in particolare per le facciate di alcune abitazioni, abbellite da trompe-l’oeil che raccontano la storia e le tradizioni locali. A pochi chilometri, si può far tappa all’omonimo lago, luogo prediletto dagli appassionati di pesca di acqua dolce e habitat privilegiato di carpe, pesce persico, luccio e scardola.

La Celle è un borgo noto per l’abbazia omonima, finalmente resa accessibile dopo un periodo travagliato di restauri. Durante i lavori sono state rinvenute vestigia di un’importante città romana, abitata tra il II e il VI secolo. Il complesso abbaziale restaurato comprende la Chiesa di Santa Maria, l’hostellerie trasformata in hotel di lusso, gli spazi un tempo abitati dai monaci e la casa dei vini Coteaux Varois en Provence.

Per gli appassionati di kayak e di free climbing meta favorita è la zona tra Châteauvert e Correns, dove si trova Le Vallon Sourn. Questa valle, con falesie dolomitiche, è attraversata dal fiume Argens ed è un ecosistema straordinario, habitat privilegiato per numerose specie di orchidee, felci, piante di agrifoglio e di circaea (comunemente detta erba maga).

A Châteauvert, villaggio composto da poche case sparpagliate qua e là nella natura, è stato creato il Centro d’Arte Contemporanea (che a nostro avviso potrebbe essere valorizzato molto di più, invitando ad esporre non solo artisti già noti, ma anche artisti emergenti).

Terminiamo questa breve descrizione della Provenza Verde con Rians, di cui avevamo già parlato in un vecchio post, famoso per la fête de la courge, organizzata il secondo weekend d’ottobre, e con Tavernes, villaggio conosciuto sia per la qualità dell’olio d’oliva prodotto dalla cooperativa locale, sia per Notre-Dame de Bellevue et de Consolation, piccola cappella a circa 605 metri d’altezza, risalente alla metà del XVII secolo.

Chiamata popolarmente Notre-Dame de Bellevue, questo sito religioso fu antico eremo e poi cappella legata all’ordine religioso dei Domenicani. La si raggiunge con una bella passeggiata tra querce, pini, castagni, agrifoglio e timo.

Silvia C. Turrin

Consigli per alcuni itinerari in Provenza nel mese di luglio

Immense distese di lavanda e di lavandin si ammirano in varie zone provenzali. Luglio è il periodo perfetto per entrare direttamente nei “quadri” paesaggistici tipici di questa regione francese, in cui domina il blu-viola della pianta-simbolo della Provenza. Quest’aromatica ha affascinato sin dall’epoca Romana, sebbene il suo nome attuale “lavanda” risalga al Medioevo: denominazione che deriva dal latino “Lavare”. Gli antichi l’utilizzavano già per profumare i panni e anche per preparare un’acqua efficace per la pulizia del corpo. Lo sviluppo dell’aromaterapia e dell’industria profumiera ha trasformato la lavanda in una pianta richiestissima dai profumieri per estrarne la preziosa essenza e per utilizzarla nella preparazione di fragranze pregiate.

sulla strada della lavanda 2014-07-11 057
foto di Silvia C. Turrin

Per ammirare le distese di lavanda in fiore consiglio di visitare Ferrassières, villaggio tra il Vaucluse e le Alpi dell’Alta Provenza situato a quasi 1000 metri d’altitudine sul Plateau d’Albion, nella Drome Provenzale. Ogni luglio Ferrassières celebra quest’aromatica con una festa dove protagonisti sono i fiori blu-viola, alambicchi, boccette profumate, essenze. Nel 2015, la festa compie 20 anni e vedrà come sempre la partecipazione di gruppi folkloristici e di produttori/coltivatori di lavanda. Per chi rimane in zona nel mese di agosto consiglio di far tappa a Sault, villaggio del Luberon, che vanta la denominazione Station Vertes ed è fra i centri più noti per la produzione della Lavanda Vera (lavandula angustifolia). Ogni 15 agosto Sault organizza la festa della lavanda, una ricorrenza che quest’anno compie 30 anni.

Il plateau di Valensole è invece l’habitat prediletto del lavandin, ibrido prodotto dall’incrocio tra Lavanda Vera e Lavanda Spica. Qui si entra nel cuore dell’altopiano più rinomato delle Alpi dell’Alta Provenza, la vallis solis, ovvero la “valle del sole”, che dà il nome all’omonimo villaggio. Valensole è circondata da un esteso pianoro, chiamato “granaio della regione” per le tante colture che vi vengono coltivate: dai cereali alla lavanda, dal mandorlo all’ulivo. In questa zona si ammirano distese dal colore blu-viola intenso. Paesaggi romantici che attirano ogni anno una miriade di turisti provenienti da tutto il mondo, desiderosi di essere immortalati tra i filari di lavanda in fiore.

Un modo diverso per conoscere la lavanda e la sua storia lo offre Salagon. Situato alla periferia della cittadina di Mane, questo museo etno-botanico è costituito da una chiesa un tempo priorato benedettino; vi sono inoltre spazi didattici che raccontano antichi mestieri come quello del fabbro. All’interno di una sezione è organizzata la mostra permanente dedicata alla lavanda: vi sono conservati enormi alambicchi impiegati per la distillazione, oggetti utilizzati per la raccolta come il falcetto, mentre nelle teche vi sono immagini e fotografie che restituiscono al visitatore scene agricole di un tempo. Immagini che raccontano la vita di donne, abili raccoglitrici di questa preziosa pianta aromatica. In un altro spazio vi è il percorso olfattivo in cui riconoscere diverse fragranze aromatiche. Questa esperienza permette di scoprire le differenti profumazioni del lavandin e della lavanda, e le similitudini che possono esservi con l’effluvio della salvia o del timo.

Salagon - esposizione dedicata alla lavanda
Salagon – esposizione dedicata alla lavanda – foto Silvia C. Turrin

Salagon – foto di Silvia C. Turrin

Per gli appassionati di buona Musica, in luglio consiglio invece di far tappa ad Arles per il Festival Les Sud dedicato ai suoni “etnici” del mondo. Les Sud è una rassegna che celebra le voci, le culture e i colori dei popoli del nostro villaggio globale. Oltre alla presenza di artisti di notevole spessore (vi hanno suonato fra gli altri Johnny Clegg, Rokia Traoré, Anoushka Shankar) merita di partecipare al Festival per la location davvero suggestiva in cui si svolgono i concerti, ovvero il Teatro Antico. Questa XX edizione è programmata dal 13 al 19 luglio 2015. Les Sud è anche una buona occasione per visitare in giornata alcuni dei luoghi più suggestivi di Arles, magari andando sulle tracce di Vincent Van Gogh: dagli Alyscamps al maestoso anfiteatro sede di importanti eventi come il Festival Arelate, dalle Terme di Costantino alla Chiesa di Saint-Trophime, passando per la Fondation Vincent Van Gogh.

Arles – Teatro Antico – foto Silvia C. Turrin

Infine, altra imperdibile tappa non solo musicale è Antibes/Juan Les Pin dove da anni si svolge lo storico Festival Jazz che ha visto la partecipazione di straordinari artisti quali Sarah Vaughan, Dizzy Gillespie, Stan Getz et Sonny Rollins. Tappa d’obbligo ad Antibes il Museo Picasso.

Antibes – foto di Silvia C. Turrin

Silvia C. Turrin