รจ con grande gioia che vi segnalo lโuscita di un nuovo libro sulla Provenza.
LโAutore รจย Gianni Turrin, mio papร . Titolo del volume: โViaggio in Provenza e Occitaniaโ.
Da tempo era rimasto nel cassetto e finalmente ha preso forma e ha visto la luce.
ร un libro che racchiude varie anime: quella di unย taccuino di viaggio,ย quella di unย libro di storia, quella di unย diario personale.
โViaggio In Provenza e Occitaniaโ รจ un racconto composto da vari itinerari che hanno in comune suggestivi borghi, paesaggi meravigliosi, distese di lavanda e poi storie di Catari e Templari. Ma non solo.
Cโรจ un filo che lega alcuni luoghi qui descritti con le leggende provenzali che ruotano attorno alla figura di Maria Maddalena.
Non mancano nemmeno i misteri, quelli di Rennes-le-Chรขteau e dellโenigmatico Franรงois Bรฉrenger Sauniรจre.
E non manca nemmeno il volto piรน spirituale del viaggio, tra Lourdes e antiche abbazieprovenzali.
Tra le tappe: Saint-Maximin-la-Sainte-Baume, Moustiers-Sainte-Marie, Carcassonne, Limoux, lโabbazia di Saint-Hilaire, Isle-sur-la-Sorgue, Gordes, Roussillon, Sault, Plateau-dโAlbion e molto altro.
Una narrazione di viaggio che esalta lo โSpiritus Lociโ, lo spirito dei luoghi, tra eventi tragici del passato, splendide vestigia, villaggi incantevoli e i variopinti colori di una natura taumaturgica.
Per scoprire con calma il lato piรน autentico e meno modaiolo di alcuni luoghi provenzali occorre andarci fuori stagione.
Evitando il periodo che va, grosso modo, da maggio/giugno sino a settembre, si ha la possibilitร di vedere la Provenza con uno sguardo aperto e profondo, senza essere condizionati dalla massa di turisti stranieri che affollano borghi e cittร nei mesi estivi.
In base alla mia esperienza, tra ottobre e aprile, ci si immerge nelle atmosfere provenzali con maggior lentezza e attenzione. Si possono anche scoprire scorci che, con tutta probabilitร , sarebbero passati inosservati in altri periodi dellโanno molto piรน affollati.
Saint-Tropez รจ certamente una delle cittadine provenzali che meritano una visita, ma non certo durante la stagione estiva, gremita comโรจโฆ Si rischia di essere catapultati in un fitto flusso di villeggianti, tra parigini abbienti con seconda casa qui e volti del jet-set. Non mancano nemmeno i nostalgici di quella movida ispirata alle pellicole di Roger Vadim, la cui protagonista era ovviamente lei, โBBโ, Brigitte Bardot.
Ma giร nel mese di ottobre, il clima agiatamente modaiolo cede il passo a una Saint-Tropez diversa, piรน a misura di viaggiatore curioso, che vuole semplicemente scoprire lโanima di questo vecchio borgo di pescatori.
โLa Provenza รจ stata costruita dagli italianiโ, mi aveva confidato anni fa, con tono piuttosto animato, un anziano dal volto rugoso, in quel di Carcรจs, piccolo villaggio distante parecchi chilometri da Saint-Tropez, ma situato sempre nel dipartimento del Var. In effetti, oltre alla Provenza detta โromanaโ (vedi Arles o Vaison-la-Romaine, per fare solo due esempi), cโรจ quella Provenza piรน moderna, forgiata con sacrifici e sudore da tanti italiani immigrati alla fine dellโ800 e agli inizi del โ900, per sfuggire alla povertร , per cercare fortuna, per amore, o per semplice idealismo.
Ma cโรจ anche una parte di Provenza che รจ stata ripopolata, in un lontano passato, grazie agli italiani, quando, in realtร , l’Italia non esisteva ancora…
ร questo il caso di Saint-Tropez, praticamente ricostruita e, appunto, ripopolata da un gruppo di famiglie originarie di Genova.
Ciรฒ fu possibile grazie a un accordo tra il barone di Grimaud, Jean de Cossa e il nobile genovese Raphaรซl de Garezzio, appoggiati dal volere del conte Renรฉ d’Anjou, conosciuto anche come Renato I di Napoli, detto โil Buonoโ.
Un accordo ufficializzato il 14 febbraio 1470. Tutto questo accadeva dopo le invasioni dei Saraceni e dopo una delle tante battaglie avvenute nel XIV secolo.
Quando si descrive Saint-Tropez come villaggio di pescatori ci si riferisce quindi anche a quella sua remota ricostruzione resa possibile dalle famiglie genovesi approdate sulla costa di questa cittadina, che, in realtร , ha un altro elemento in comune con lโItalia, il suo stesso nome.
scorci di Saint-Tropez – foto Silvia C. Turrin
Saint- Tropez deriva infatti da Torpete (chiamato anche Torpรจ), tra i primi martiri cristiani italiani del I secolo e per questo fatto Santo. Protettore dei marinai e, ovviamente, della cittadina di Saint-Tropez, Torpete era un ufficiale romano che si convertรฌ alla religione cristiana, nuova per lโepoca. Lโimperatore Nerone cercรฒ di farlo abiurare, ma Torpete rifiutรฒ, tanto da subire prima la flagellazione, poi la decapitazione. Secondo la leggenda, il corpo decapitato fu posto sopra una barca e questa, mossa dai venti e dalle acque del mare, raggiunse le coste dellโallora Heraclea, poi chiamata Saint-Tropez, in onore del santo martire.
Ecco, camminando per le vie di Saint-Tropez fuori stagione si trova il tempo di scoprire la sua storia e alcuni dei suoi angoli piรน suggestivi e meno popolari, come per esempio โle passage de la poissonnerieโ.
Chi ama degustare del buon pesce fresco deve assolutamente passare da qui per respirare proprio quellโaria di villaggio di pescatori che ancora aleggia a Saint-Tropez. Non solo si puรฒ trovare e acquistare dellโottimo pesce appena pescato, ma anche ammirare la location davvero suggestiva, abbellita da mosaici ispirati naturalmente al mare.
Non puรฒ mancare una tappa ai piedi della torre edificata da Guglielmo I, conte di Provenza, perchรฉ รจ qui che si trova la targa a ricordo di quel famoso 14 febbraio 1470 in cui venne ufficializzato lโatto di rinascita di Saint-Tropez.
E per chi ama lโarte, deve assolutamente varcare la soglia del Museo dellโAnnonciade. Perchรฉ? Scopritelo qui.
Oggi, 22 luglio, si ricorda S. Maria Maddalena, una di quelle figure femminili molto amate da credenti e non. In varie zone della Provenza si tocca con mano una devozione che va oltre il tempo e lo spazio.
Nel mio libro “Un’altra Vita in Provenza“ (disponibile qui: https://www.ilgiardinodeilibri.it/…/__altra-vita…) parlo anche delle storie e delle leggende legate proprio alla Maddalena che si tramandano nel sud della Francia. E, attraverso Sofia – la protagonista del mio Romanzo – racconto dei luoghi dove si respira la profonda devozione per questa santa “atipica”.
Tra i vari siti descritti c’รจ Saint-Maximin-la-Sainte-Baume, il cui simbolo รจ la Basilica dedicata alla Maddalena.
Basilica di Saint-Maximin la Sainte Baume – foto Silvia C. Turrin
Odette – un altro personaggio del mio libro “Un’altra vita in Provenza” – racconta cosรฌ a Sofia lo spirito di questo luogo:
ยซSofia, in questo luogo sacro sono conservate le reliquie di Santa Maddalena. Sono state rinvenute nel lontano 1280 grazie agli scavi promossi da Carlo II dโAngiรฒ, Conte di Provenza. Nascoste nellโVIII secolo, per sottrarle alle profanazioni al tempo delle invasioni dei Saraceni, le spoglie vennero miracolosamente riportate alla luce. Furono ritrovati quattro sarcofagi in cui, si dice, vi fossero le reliquie di Maria Maddalena, di San Massimino, San Sidonio e delle Sante Marcella e Susanna. Questo evento ha reso molto popolare in tutta la Provenza il culto della Maddalena. Allโepoca giungevano tanti devoti a Saint-Maximin la Sainte Baume. Si trattava di un nuovo pellegrinaggio. I fedeli nutrivano unโintensa venerazione, cosรฌ Carlo II dโAngiรฒ, con lโintercessione dellโallora Papa Bonifacio VIII, diede avvio alla costruzione della Basilica. Da allora, questo straordinario monumento costituisce il fulcro architettonico, religioso e storico della cittร ed รจ il piรน grande in stile gotico del sud-est della Franciaยป.
Proprio in queste calde giornate di luglio a Saint-Maximin-la-Sainte-Baume si celebra la festa dedicata a Maria Maddalena. Questo borgo โ situato lungo la via conosciuta sin dallโantichitร col nome di Aurelia โ รจ famoso in tutto il mondo proprio perchรฉ custodisce โil terzo sepolcro della Cristianitร โ.
Da non perdere, il sancta sanctorum della Basilica, dove si trovano le reliquie di Maria Maddalena. In fondo alla cripta c’รจ infatti il reliquiario contenente il teschio della Santa.
Spostandosi verso il massiccio dove si trova Plan-d’Aups-Sainte-Baume, sorge lโHostellerie che accoglie ogni anno centinaia e centinaia di visitatori. E da qui parte il trekking – bellissimo, in mezzo a una foresta antica – che porta alla famosa Grotta della Maddalena. In realtร , per i devoti si tratta di un vero e proprio pellegrinaggio.
verso la grotta di Santa Maria Maddalena
Si narra che fu proprio nella Sainte Baume, la sacra caverna (dalla parola โBaoumoโ che in provenzale significa appunto grotta) che Maria Maddalena pregรฒ in totale solitudine, rinfrancata dalla fede e dalla presenza degli angeli.
Un luogo carico di spiritualitร . Da visitare, con rispetto.
Silvia C. Turrin
Se vuoi leggere/acquistare il mio libro “Un’altra Vita in Provenza”