Mimosalia 2015 – attraverso i 4 Elementi

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Ormai è una tradizione giunta alla sua XIX edizione. Dal 1996, nella Ville fleurie di Bormes les Mimosas, durante l’ultimo week-end di gennaio si svolge Mimosalia, manifestazione dedicata agli appassionati di fiori, erbe aromatiche, piante più o meno conosciute e varietà provenienti da altri continenti, come l’Africa. La cittadina di Bormes les Mimosas la conosco da svariato tempo, ma solo in questo 2015 l’ho visitata in occasione di Mimosalia.

Mimosalia 2015 - foto di Silvia C. Turrin©
Mimosalia 2015 – foto di Silvia C. Turrin©

La giornata di Domenica 25 gennaio è stata splendida dal punto di vista climatico, con sole, cielo terso e temperatura mite. Sembrava già primavera! e non solo a livello meteo, ma anche osservando la Natura che già mostra il suo lento, progressivo risveglio. Una Natura ricca, caratterizzata da una straordinaria biodiversità per effetto di un microclima privilegiato. Una Natura che colora le vie del villaggio di un manto policromatico. Gli alberi di mimosa regalano nei mesi invernali la loro vivace energia attraverso un tripudio di fiori dorati. Nelle aiuole si scorgono I non ti scordar di me, splendide margherite, e addirittura la protea, fiore simbolo del Sudafrica! Splendide Bougainvillea – pianta originaria delle zone tropicali – adornano muri delle case, passaggi e incantevoli pergolati. Non mancano piante grasse, cactus e poi agrumi succosi.

Protea - Mimosalia 2015 ---- foto di Silvia C. Turrin©
Protea – Mimosalia 2015 —- foto di Silvia C. Turrin©

L’edizione 2015 di Mimosalia era proprio dedicata agli Agrumi, frutti eccezionali sia per le loro caratteristiche ornamentali, sia per le proprietà nutritive: basti ricordare che le arance contengono non solo Vitamina C, perfetta per prevenire raffreddore e per rafforzare il sistema immunitario, ma anche potassio, fosforo, calcio e antiossidanti.

Mimosalia 2015 dedicata agli Agrumi - foto di Silvia C. Turrin©
Mimosalia 2015 dedicata agli Agrumi – foto di Silvia C. Turrin©

Tanti i giardinieri, pépinières, all’interno del Parc du Cigalou, che mostravano con orgoglio la loro selezione di piante e fiori. Oltre ai bonsai e alle aromatiche, la mia attenzione si è posata sulle camelie, bellissime, perfette nella forma e nei colori. Essendo particolarmente legata all’Asia non potevo non rimanerne affascinata. La camelia si dice sia un fiore portafortuna, messaggera di significati romantici: nella cultura orientale è simbolo della devozione eterna tra innamorati.

Oltre agli artisti giardinieri, Mimosalia è una bella vetrina per creativi a 360°: da chi modella ingegnosamente il ferro a chi – come Stella – compone oggetti singolari con pietre che “parlano”; pietre modellate dall’acqua e dal vento, che esprimono un’anima appena sono assemblate tra loro in modo istintivo, formando opere intrise di yin e yang, e altri simbolismi, alcuni di origine celtica come il triskell.

Stella - Sculpture Nature --- Mimosalia 2015 ---- Silvia C. Turrin©
Stella – Sculpture Nature — Mimosalia 2015 —- foto di Silvia C. Turrin©

Come accade spesso in vari eventi realizzati in Francia, gli organizzatori hanno pensato anche ai più piccoli, creando per loro uno spazio ad hoc, grazie a una serie di laboratori di pittura, di rinvaso delle piante e di agroecologia: c’è chi si dilettava a colorare mandala di petali di fiori, chi creava un erbario, chi travasava piante aromatiche e chi si ingegnava a costruire un rifugio per insetti “buoni” (fabrication d’un hôtel à insecte), importanti per la biodiversità di un giardino (come coccinelle e api)… Tutte attività divertenti, che alimentano in modo attivo la mente, la manualità e la creatività, sensibilizzando al contempo i più piccoli ad amare e a rispettare Madre Natura.

Mimosalia 2015 ---- Fabrication d’un hôtel à insecte -foto di Silvia C. Turrin©
Mimosalia 2015 —- Fabrication d’un hôtel à insecte -foto di Silvia C. Turrin©

Bormes les Mimosas è certamente uno dei più bei villaggi di Provenza, per la sua struttura architettonica, abbarbicato com’è su un promontorio da cui si ammirano le îles d’Hyères. Tra le tappe della Route du Mimosa, Bormes è sospesa tra mare e monti… con le sue viuzze acciottolate le village médiéval si visita con piacere in primavera, quando il tripudio di fiori, piante rampicanti e piante esotiche conduce il visitatore in una dimensione umana a stretto contatto con i quattro elementi: col fuoco del sole e dei fabbri, forgeron, che plasmano il ferro; con la terra che dona frutti generosi e rigogliosi; con l’aria rappresentata da uno degli oltre cento venti provenzali e dalla creatività degli artisti; con l’acqua, quell’oro blu indispensabile per far vivere uomini e piante…

Silvia C. Turrin

Office de Tourisme de Bormes les Mimosas

Je suis Charlie – en Provence

In questo gennaio 2015 mi trovo in Francia, in particolare nel sud, nel Midi, e sto toccando con mano la reazione dei francesi dopo il massacro nella redazione di Charlie Hebdo.

Ciò che più mi colpisce sono l’unità e la solidarietà che aleggiano tra le persone.

Tanti per esempio i commercianti che hanno apposto sull’ingresso del loro locale la frase intrisa di fraternité e liberté “Je suis Charlie”.

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Grasse – foto di Silvia C. Turrin©

Tante le persone che invocano davvero libertà di parola e di espressione, un diritto fondamentale che dovrebbe appartenere a tutto il genere umano, a tutte le donne e gli uomini a qualsiasi latitudine del globo.

Giovedì 8 gennaio, a mezzogiorno, il giorno dopo l’ecatombe, mi trovavo in un grande centro commerciale di Brignoles (Var) e dopo l’annuncio della speaker le persone si sono fermate – ci siamo fermati – e, in una posa composta, abbiamo tenuto 1 minuto di silenzio.

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foto di Silvia C. Turrin©

Un momento magico…

La musica pop si è spenta.

E le persone hanno trovato il tempo per pensare, pregare, riflettere su questioni serie, non effimere.

Anche in Provenza, una terra in cui il Front Nationale è molto forte, si avverte in tante persone la voglia di unità e di non cedere alla paura iniettata dagli atti di terrorismo compiuti a Parigi;

si avverte la voglia di creare una società pluralista, aperta e tollerante, a dispetto dei messaggi demagogici, populisti e razzisti di tutti quei gruppuscoli neofascisti che sfruttano la situazione per fomentare la divisione tra i popoli…

Un altro mondo è possibile… non più basato sulla violenza, sulla guerra e sui giochi geopolitici-strategici mascherati da terrorismo…

Silvia C. Turrin

Élodie Meunier, la plasticità spirituale della pietra

A pochi chilometri dal lago di Sainte-Croix e dalle gole del Verdon troviamo Moissac-Bellevue, village perché situato su una collinetta da cui si ammira un panorama che va dall’Esterel sino alla Sainte Baume. A Moissac domina il Castello, databile 1650 e appartenente un tempo al barone Louis d’Hesmivy, consigliere alla corte dei conti di Aix en Provence. Molto suggestiva è anche la torre dell’orologio, costruita nel 1816, attorno alla quale aleggia una bella storia di solidarietà. Infatti, fino al XIX secolo, a Moissac era usanza accogliere vagabondi e poveri proprio nella torre, dove potevano ricevere cibo e cure.

È in questo villaggio tra Aups e Regusse che l’artista Élodie Meunier ha deciso di costruire il suo atelier de l’Art Chemin (progettato con criteri EcoBio). In questo vasto spazio crea le sue opere, plasmando in particolare marmo e legno.

Photo https://provenzadascoprire.wordpress.com/ ©
l’artista Élodie Meunier – Photo https://provenzadascoprire.wordpress.com/ ©

Nata nella regione parigina, Élodie, dopo studi umanistici, si è consacrata totalmente all’arte e all’arteterapia. L’abbiamo incontrata nel suo grande atelier dove ci ha raccontato come tutto ebbe inizio.

Fu un particolare bassorilievo, che i genitori tenevano in casa, a ispirarle in qualche modo l’amore per la pietra, nonché la passione nel lavorarla. Quando era piccola osservava questo bassorilievo in pietra e percepiva come un’attrazione… Da grande scoprì che si trattava di una riproduzione di un’opera straordinaria, ovvero il Bassorilievo di Farsalo (l’originale si trova al Museo del Louvre di Parigi). Guarda caso si tratta di una stele votiva di marmo legata ai famosi Misteri Eleusini, sorti nella Grecia Antica come culto iniziatico e mistico, connesso ai cicli della Natura, e rappresentato secondo determinati simbolismi e mitologie. Di certo, non una semplice coincidenza sentire ispirazione osservando questo importante Bassorilievo di Farsalo.

riproduzione del Bassorilievo di Farsalo nell'atelier di Élodie - Photo https://provenzadascoprire.wordpress.com/ ©
riproduzione del Bassorilievo di Farsalo nell’atelier di Élodie –
Photo https://provenzadascoprire.wordpress.com/ ©

Grazie a numerose esperienze di apprendimento in varie città francesi, come Montpellier, ma anche all’estero (specialmente in Canada), Élodie ha sviluppato un percorso artistico originale, intriso al contempo della materia che plasma, e delle energie interiori che la spingono a modellare in un certo modo piuttosto che in un altro.

Nelle opere di Élodie la plasticità, la manualità e la terra interagiscono e si intrecciano con la spiritualità, con il cielo, con le emozioni. Il risultato è un’essenzialità nelle forme e un’armonia olistica tra minimalismo e astrattezza mistica.

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Scultura di Élodie Meunier – Photo https://provenzadascoprire.wordpress.com/ ©

Élodie ci ha raccontato che ha appreso a lavorare il marmo nella città-simbolo al mondo per eccellenza, Carrara, nello storico atelier Carlo Nicoli. Nel Laboratorio Nicoli sono infatti accolti giovani e anche artisti affermati che desiderano imparare a lavorare direttamente il marmo, con maestranze specializzate. Élodie ci ha spiegato che nelle École Nationale Supérieure des Beaux-Arts francesi è ormai impossibile per le nuove generazioni, da almeno vent’anni a questa parte, imparare mestieri come la lavorazione artistica della pietra, poiché viene privilegiata l’arte concettuale. Così Élodie per specializzarsi ha deciso di vivere una bella esperienza didattica e umana in Italia, non solo a Carrara, ma anche alle porte di Milano, a Cesano Maderno nella fonderia Mapelli.

Da quando ha aperto il suo atelier a Moissac, Élodie è lei l’insegnante; organizza infatti stage di scultura per bambini, adolescenti e adulti interessati a modellare la pietra e il legno. Parallelamente, si dedica all’arteterapia, aiutando persone con vari disagi psico-fisici a esprimere le potenzialità – non solo artistiche – latenti.

Élodie ci è apparsa una persona semplice e per questo sensibile all’animo umano. La sua arte è un mosaico di suggestioni esteriori e interiori, frutto di una profonda ricerca nella dimensione emotiva e sensoriale.

Élodie firma le sue opere con l’acronimo Anne Berech.

Silvia C. Turrin