Un nuovo libro tra Provenza e Occitania

Care Lettrici/Cari Lettori,

è con grande gioia che vi segnalo l’uscita di un nuovo libro sulla Provenza.

L’Autore è Gianni Turrin, mio papà. Titolo del volume: “Viaggio in Provenza e Occitania“.

Da tempo era rimasto nel cassetto e finalmente ha preso forma e ha visto la luce.

È un libro che racchiude varie anime: quella di un taccuino di viaggio, quella di un libro di storia, quella di un diario personale.

Viaggio In Provenza e Occitania” è un racconto composto da vari itinerari che hanno in comune suggestivi borghi, paesaggi meravigliosi, distese di lavanda e poi storie di Catari e Templari. Ma non solo.

C’è un filo che lega alcuni luoghi qui descritti con le leggende provenzali che ruotano attorno alla figura di Maria Maddalena.

Non mancano nemmeno i misteri, quelli di Rennes-le-Château e dell’enigmatico François Bérenger Saunière.

E non manca nemmeno il volto più spirituale del viaggio, tra Lourdes e antiche abbazie provenzali.

Tra le tappe: Saint-Maximin-la-Sainte-Baume, Moustiers-Sainte-Marie, Carcassonne, Limoux, l’abbazia di Saint-Hilaire, Isle-sur-la-Sorgue, Gordes, Roussillon, Sault, Plateau-d’Albion e molto altro.

Una narrazione di viaggio che esalta lo “Spiritus Loci”, lo spirito dei luoghi, tra eventi tragici del passato, splendide vestigia, villaggi incantevoli e i variopinti colori di una natura taumaturgica.

Il libro è disponibile su:

Youcanprint
IBS/Feltrinelli
Mondadori store
Hoepli
e su altri siti.


2024, un inizio tra i colori di Mimosalia

In varie zone della Provenza, i primi mesi dell’anno sono caratterizzati dalla fioritura della mimosa.

Come scrivo nel mio recente libro dedicato alle “Meditazioni con i Fiori“, la mimosa sprigiona un profumo particolare, che ci riporta alla terra e ci infonde gioia. L’elemento e la forza solare vengono trasmessi dal colore e dalla forma dei fiorellini di mimosa, che sembrano tanti piccoli Soli, capaci di riscaldare anche i cuori più freddi. La mimosa è simbolo della rinascita floreale al termine della stagione più fredda dell’anno.

Bormes-les-Mimosas è una delle imperdibili tappe provenzali dove ammirare le piante di mimosa in fiore. Questo villaggio, le cui origini risalgono al XII secolo, ospita numerose specie arboree (se ne contano circa 700, incluse varie piante rare); tra dicembre e febbraio-marzo si colora delle tante sfumature di giallo. Non a caso  Bormes-les-Mimosas è il punto di partenza della Route du Mimosa.

Qui, ogni anno, si svolge Mimosalia, appuntamento amatissimo da tutti gli amanti di giardini, orti, natura… Nel 2024, si terrà nel weekend del 27 e 28 gennaio. Un’occasione per chiedere dritte ai tanti giardinieri specializzati presenti in loco, oltre che per ammirare una policromatica diversità botanica. Protagonista sarà naturalmente anche la mimosa…

Non mancano approfondimenti tematici e spazi dedicati al benessere (tra yoga, naturopatia, massaggi, oli essenziali), all’associazionismo, al cibo bio e sano, all’uso di energie sostenibili e rinnovabili, perché chi ama fiori e piante pensa al presente e al futuro della nostra Madre Terra.

La Route du Mimosa

In inverno, quando in altre zone la natura sembra ancora dormiente, nel Var e nelle Alpi Marittime domina il giallo. Quello della Route du Mimosa è un viaggio di 130 chilometri, che inizia proprio nel piccolo borgo di Bormes-les-Mimosas, prosegue verso Rayol-Canadel-sur-Mer, poi verso Sainte-Maxime, Saint-Raphael, Mandelieu-la-Napoule, per approssimarsi all’interno verso il Massif du Tanneron, proseguendo per Pégomas e infine a Grasse, capitale del profumo. Tra gennaio e marzo queste zone si colorano di un caldo manto paglierino.
Non a caso, la mimosa è detta “il sole in inverno”.

TESTO E FOTO SILVIA C. TURRIN

Per approfondire, leggi il Post Bormes-les-Mimosas, profumo di mimose

I preparativi per il Natale in Provenza

Anche se in Provenza si respirano, come nel resto della Francia, i principi della laicità, le antiche tradizionali spirituali del Natale rimangono ancora molto sentite.

Il periodo dell’Avvento, per molti credenti è un tempo dedicato al digiuno, alle preghiere e alla meditazione.

Il silenzio è ben accolto, considerato “elemento” importante per prepararsi al Natale.

In passato, l’inizio dell’Avvento veniva annunciato per le vie dei villaggi tra canti e musiche. Nelle case si preparava una ghirlanda di foglie, o fiori o bacche, su cui venivano posizionate quattro candele.

Se ne accendeva una ad ogni domenica dell’Avvento, sino al culmine della luce con l’arrivo del Santo Natale.  

Come ricordo nel mio Romanzo “Un’altra Vita in Provenza”, in questo periodo, nel Midi francese, si sente pronunciare spesso un’espressione, ovvero «Calendau, alo».

Si tratta di parole tipicamente provenzali che indicano tutto ciò che riguarda il periodo natalizio.

«Calendau» riprende le famose calende, che designavano – ai tempi dei Romani – il primo giorno di ogni mese. In questo caso, «Calendau, alo» si riferisce alla magia del tempo di Natale.

Della festa e del simbolismo del giorno di Santa Barbara abbiamo già parlato (nel Post dal titolo “Provenza, il tempo “calendal” e il grano di Santa Barbara“).

Altrettanto importante in molti villaggi provenzali è la ricorrenza di Santa Lucia, il 13 dicembre, la festa della Luce. Si dice infatti che a partire da questa data i giorni iniziano ad allungarsi. Per celebrare la luce in molte case si accendono all’interno e all’esterno lumini, candele, ghirlande colorate. Questa ricorrenza celebra la gioia, la speranza, l’impermanenza del buio.

È una festa che precede il Solstizio d’inverno e che invita ad abbracciare uno spirito di rinnovamento.

Secondo alcune tradizioni provenzali, a partire dal 13 dicembre, i 12 giorni che seguono questa data e che precedono il Natale sono chiamati “jour coumtié”, ovvero “giorni che contano”. Ciò significa che essi segnano il tempo che farà nei 12 mesi dell’anno che verrà.

Un’altra tradizione del 13 dicembre è quella legata alla raccolta del vischio, che viene sospeso sopra le porte in segno di pace e benevolenza, e dell’agrifoglio, considerata una pianta che protegge dalle energie negative.

TESTO E FOTO Silvia C. Turrin


Un'altra vita in Provenza

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“Un’altra Vita in Provenza” è un viaggio “iniziatico”, che accompagna il lettore lungo un percorso che conduce dalla crisi all’armonia, dalle ombre alla luce, dall’instabilità alla gioia. Una metafora di un cammino esistenziale dove la catarsi si rivela una via naturale in cui ognuno di noi si può identificare.

“Un’altra Vita in Provenza” è un racconto ispirato, in cui si intrecciano le storie di persone accomunate dall’amore per la Provenza, per la Natura e per la Giustizia.

In un periodo dominato da incertezze economiche e dallo slogan “flessibilità”, Sofia, la protagonista di questa storia, sente di camminare su un filo sospeso, come una funambola.

La morte di nonna Josephine, alla quale era fortemente legata, ha accentuato la sua insicurezza. Tutto le appare impermanente, anche a causa dei problemi interni alla società editoriale per cui lavora.

In un quadro instabile, Sofia riceve un’inaspettata lettera che le cambierà la vita. A firmarla, Odette, vecchia amica di Josephine, che la invita a raggiungerla in Provenza, nel piccolo borgo di Bellevue. In piena crisi esistenziale, Sofia decide di accettare l’invito di Odette. Così, la protagonista può finalmente ammirare di persona i luoghi che sua nonna le aveva fatto conoscere attraverso ricette provenzali e libri d’arte dedicati a Van Gogh, Cézanne e Signac.

Tra campi di ulivi, vigneti, erbe aromatiche e varietà di frutta antica, Sofia impara a lavorare a contatto con la terra, grazie all’aiuto dell’ottuagenaria Odette e dei tanti amici che ruotano attorno al Domaine du Vieux Chêne, come il pastore Leon, di origini andaluse, e Pancho, l’intellettuale cileno tormentato dai fantasmi del suo passato.

Sofia conosce Champa e Kesarbai, amiche inseparabili, l’una indiana, l’altra pakistana; Robert, ex monaco trappista; poi ancora Marcel, il cacciatore proprietario della charcuterie del villaggio che subirà una profonda metamorfosi, e Giselle, l’eccentrica botanica di Avignone.

A Bellevue non manca nemmeno una figura piuttosto misteriosa, di cui nessuno sembra sapere niente, ma che tutti in vario modo incrociano. In questa storia aleggia un segreto, quello custodito da Odette.

In Provenza, Sofia – che sarà accompagnata dalla dolcissima Lucy, cane pastore dei Pirenei – scoprirà nuovi tasselli della sua vita e capirà quanto sia importante seguire il cuore e il proprio istinto per trovare finalmente un po’ di serenità.

In Appendice, 10 Lezioni di Mindfulness” apprese da Sofia in Provenza.

INDICE

PROLOGO

PRIMA PARTE

  • Impermanenza
  • Un assaggio di Provenza
  • Come in un bardo

SECONDA PARTE

  • Ritorno
  • Cronaca di un fucile inceppato
  • Un sogno premonitore
  • Fuga oltre i Pirenei
  • Una riforma svanita
  • I fantasmi del passato
  • La lettera nel cassetto
  • Intermezzo
  • Un amore non corrisposto
  • La festa di Santa Barbara

EPILOGO

Appendice – 10 Lezioni di Mindfulness

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